Colloquio di lavoro
Dieci consigli per un buon colloquio di lavoro
- giocati bene la telefonata per l’appuntamento: il
colloquio comincia da lì. Se ti trovi in una situazione poco opportuna
per parlare, dillo francamente e proponi un altro momento. Evita di
rispondere a monosillabi o di gridare per superare il rumore del
traffico. Se l’appuntamento è concordato via e-mail, allo stesso modo
sii puntuale nelle risposte e cura la comunicazione (apertura, saluti,
ecc)
- arriva puntuale: non credo serva dire altro. Se per imprevisti – che i treni possano ritardare di venti minuti non è un imprevisto
– sei in ritardo, avvisa chi ti sta aspettando. All’arrivo, scusati ma
non dare a questa parte più spazio del necessario (se ti si è rotta la
macchina non serve narrare per filo e per segno tutte le telefonate che
hai fatto, quello che ti ha risposto il meccanico, ecc). Se sei in
anticipo, individua il luogo del colloquio, fai un giro in zona e
ritorna all’ora concordata
- presentati “a viso aperto”: guarda negli occhi la
persone/le persone che ti accolgono, scambia la stretta di mano (niente
mani di stracchino o tenaglie) e sorridi a chi hai di fronte. Un po’ di
emozione c’è sempre. Se dopo le prime presentazioni ti rendi conto che
ce n’è troppa, piuttosto che cominciare un colloquio con il batticuore,
chiedi un bicchiere d’acqua
- vestiti e preparati per l’occasione: quale sia
l’abbigliamento giusto dipende dal contesto, dall’azienda e dalla
posizione per la quale ti proponi. In certi ambienti il vestito
coordinato con cravatta è d’obbligo per i ragazzi, così come il completo
per le ragazze. In quelli più creativi, un certo stile eccentrico è
sempre apprezzato. Cerca di capire quale sia il livello di formalità
dell’azienda alla quale ti proponi, e nel dubbio stai un gradino sopra.
Non trascurare capelli, trucco, accessori e profumo (occhio alle scie
mortali di vaniglia o vetiver)
- metti tutto in positivo, anche le critiche: non fai
una grande impressione se srotoli critiche acide su colleghi, datori di
lavoro, clienti… Questo non significa nascondere lati di
insoddisfazione dell’esperienza in corso o di esperienze passate, ma
ponili come tue possibilità di crescita. “Il mio capo non capisce che lavoriamo come dieci anni fa e non ne vuole sapere di spendere per corsi di formazione” suona molto meno promettente di “Cerco
un ambiante più stimolante e aperto alle novità, che mi permetta di
essere aggiornato e migliorare la qualità di quello che faccio.” O ancora “Tra i miei colleghi ce ne sono un paio che non sopporto, sembra che tutto quello che fanno loro sia un segreto” dovrebbe diventare “Credo che l’unico modo per crescere sia lavorare in modo trasparente e condividendo la conoscenza, soprattutto tra colleghi“
- tieniti pronto le risposte per le domande più classiche: sono di solito quelle che riguardano la motivazione personale. “Perché vorrebbe lavorare qui?“. Tieniti pronto le risposte anche per le domande più scomode. “Quale è l’attività che ha gestito con meno successo e perché?“
- studiati bene il sito web e il resto della comunicazione aziendale:
ci sono dei dettagli che fanno subito entrare in sintonia. Usare lo
stesso linguaggio, fare riferimento a un evento alla quale l’azienda ha
partecipato da poco e così via. Insomma, essere già vicini fa percepire
una buona intesa futura
- non contraddirti: molto probabilmente il colloquio
non sarà uno solo, ma ci saranno almeno due incontri, magari con persone
diverse. All’interno dello stesso colloquio, ci possono essere più
domande per sondare lo stesso aspetto. Ricordati sempre di essere
coerente con quanto hai scritto nel CV e di mantenere la stessa versione
dei fatti nei diversi incontri
- se decidi di mentire su quello che sai, tieni conto che – se tutto va bene – toccherà a te imparare in fretta: la
situazione del colloquio è simile a un gioco delle parti. Nessuno si
aspetta che il candidato dica tutta e solo la verità. Essere brillanti e
‘vendersi’ un po’ meglio di quello che si è non è certo un punto a
sfavore. Ma non esagerare. Se poi vieni messo alla prova – per esempio
con un breve test – o se il colloquio è l’inizio di una collaborazione
professionale, puoi compromettere subito la fiducia nei tuoi confronti o
metterti in situazioni imbarazzanti
- parla di soldi, ma non nei primi dieci minuti…:
anche qui dipende molto dal contesto aziendale, spesso ci sono stili
diversi. Come regola generale, dai a questo aspetto il giusto spazio. Se
hai delle aspettative, falle presenti e vai a fondo su tutti i punti
che vuoi chiarire (contratto, benefit, piani di crescita, ecc). Ma non
farne l’argomento principale dell’incontro o la prima domanda appena ti
viene passata la palla.
Fonte http://www.miriambertoli.com/blog/un-mix/dieci-consigli-per-un-buon-colloquio-di-lavoro
Ah ma.. esistono ancora i colloqui di lavoro???? -.-''
RispondiEliminaCiao Eva, buona giornata!! : )