Trovare un lavoro oggi è un’impresa anche se hai una
professione, delle competenze o una laurea. Ti senti estraneo al mondo reale.
La precarietà quotidiana, nel cercare, nel relazionare, nel cibarsi, nel
vestirsi ti rende sempre più autonomo nei pensieri e nelle parole che provi a
pronunciare negli atti che ti ritrovi a compiere, comunque. La vita continua
nonostante ci si senta uno zombi, un oggetto alla mercè di decisioni che non
contemplano i tuoi bisogni, i tuoi sogni. E’ in questa frastagliata dimensione
sociale che noi ci troviamo a leggere come lavoratori, cittadini prestati a un
lavoro di cura.
Prestati, proprio così, ci sentiamo, non potrebbe essere
vissuto altrimenti il nostro quotidiano operare in attesa di cervelli freschi e
braccia non sature.
Il nostro impegno di lavoratori/giornalisti tenta di
descrivere, in un quadro economico, sociale e politico che pennella la nostra
vita, come oggi ci si sente operatori di un bene comune, vitale, quale è la
salute quando ci viene affidata nelle strutture dentro le quali operiamo. E’
questo racconto in itinere che regaliamo ai nostri lettori.
LA
STORIA
Lavoro e Salute è un periodico, supplemento alla rivista nazionale Medicina
Democratica, ideato nella metà degli anni 80 con un lavoro di coinvolgimento degli
operatori più sensibili, in particolare infermieri, nel raccontare in prima
persona le condizioni di lavoro per non delegare solo ai delegati
l’interpretazione delle problematiche da portare ai tavoli di trattativa di
presidio. Uno dei risultati più partecipati di questo coinvolgimento è stato il
referendum su un contratto della sanità - fine anni 80 - che il periodico ha
promosso (con un numero speciale distribuito in 30mila copie) anche in una
decina di ospedali di altre Regioni.
E’
seguito un altro numero speciale, distribuito in altre Regioni del nord, sulle
condizioni di lavoro e di cura in psichiatria, curato in prima persona da
decine di operatrici e operatori della psichiatria ospedaliera e territoriale.
Uno
dei temi sui quali abbiamo scelto d’impegnarci, tentando di superare le
storiche contraddizioni indotte dal gerarchico sistema relazionale, è stato il
rapporto con il malato e i familiari (sempre più presenti anche per sopperire,
di fatto, ai buchi d’organico conseguenti alle politiche sempre più forti di
mancato turn-over e di precarizzazione dei nuovi assunti). Quindi, maggiore
attenzione ai disagi denunciati con la pubblicazione di lettere e una
rivisitazione della nostra tempistica e dei nostri criteri di relazione
nell’organizzazione del lavoro per considerare come priorità i tempi e le
esigenze dell’utenza. Ovviamente non è stato facile, sia per le resistenze
degli stessi operatori e sia per l’incapacità del sindacato nel recepire nella
contrattazione tali esigenze “rivoluzionarie” da noi poste, ma il tema era
stato posto e una porta si era aperta dall’interno per la voce dei malati, dei
famigliari ma anche delle associazioni, come il CSA e il Tribunale dei diritti
del Malato.
Negli
anni a seguire, oltre che strumento d’inchiesta e analisi delle problematiche
nella sanità, con un’attenzione pressante e continua sull’organizzazione del
lavoro (in particolare sulla sicurezza del lavoro nei primi anni di
applicazione della legge 626) è diventato strumento d’indagine critica sui temi
della salute con un collegamento più diretto e costante con lo spazio politico
istituzionale e sociale. Abbiamo aperto il periodico ai temi ambientali e alle
conseguenti ricadute sanitarie con il contributo di militanti ambientalisti e
studiosi, questa scelta obbligata ha determinato un altro taglio giornalistico
del periodico che ci ha portato a fare una scelta organizzativa più impegnativa
ma coerente per restare ancorati all’idea originaria, quella di essere
strumento diretto per la voce degli operatori delle strutture sanitarie
ospedaliere e territoriali. Abbiamo ideato gli “inserti dai luoghi di lavoro”
come spazio per i racconti e le opinioni della vita lavorativa quotidiana.
Dall’inizio
della sua pubblicazione Lavoro e Salute ha seguito e propagandato l’attività di
Medicina Democratica nazionale risultando determinante nel processo
ThyssenGrupp, con un numero speciale che ha ripreso gli articoli e le inchieste
più significative pubblicate, anche sul periodico edito sempre da Medicina
Democratica e distribuito nella fabbrica dal 1976 a l 1982
Lavoro e Salute e Medicina Democratica hanno organizzato anche un convegno, con
risonanza interregionale, sulle Diseguaglianze di Salute a Torino e relativa
pubblicazione degli atti in un libro distribuito, per la sua valenza
scientifica e le ovvie analogie con altre esperienze, in alcune realtà
nazionali.
Il
periodico è stato pubblicato da ventisette anni con l'autotassazione dei
promotori, una stabile sottoscrizione di sostenitori e lettori. Il periodico ha
anche un sito internet: www.lavoroesalute.org e due Blog (http://blog.libero.it/lavoroesalute
- newslavoroesalute.blogspot.com), d’informazione quotidiana sui temi della salute, dell’ambiente,
dell’informazione e della politica in generale. Quanto viene inserito in rete non
sempre viene pubblicato sul cartaceo e tutto il materiale originale del
periodico distribuito si trova interamente sui PdF all’interno del sito web.
OGGI
Il
periodico è in una fase di riflessione del proprio ruolo all’interno dei
processi di regressione della comunicazione politica e sociale. La domanda che
ci siamo posti riguarda l’utilità di uno strumento che testardamente vuole
restare ancorato al vissuto quotidiano dei lavoratori e di quei cittadini,
impropriamente definiti utenti o clienti, verso i quali ci rapportiamo
professionalmente e relazioniamo quotidianamente. Una domanda che ci porta a
chiederci se oggi, nell’era della fruizione di una comunicazione anemica a
getto continuo, e anche gratuita con i tabloid di strada, è ancora un bisogno sentito
raccontarsi in prima persona, anche delegando il proprio simile sindacalizzato
e politicizzato, farcendo parte di un percorso partecipativo funzionale al
miglioramento della propria condizione lavorativa e in più in generale sociale,
oppure si accetta volentieri il venire raccontato da soggetti e organismi
lontani dal proprio vissuto.
I
nostri sforzi, la nostra ragione politico/sociale, sono stati intesi e prodotti
come veri e propri “interventi di mutuo soccorso” verso le condizioni,
organizzazione e sicurezza, nel mondo del lavoro e le dirette ricadute,
relazionali e di servizio qualitativo nella cura, sui cittadini afferenti al
nostro lavoro. Ed è questo nostra ragione sociale che ci porta a considerare la
costituzione dell’associazione QUARTO STATO come un naturale ambito di
prosecuzione del nostro impegno di lavoratori e comunicatori.
Franco
Cilenti
Fondatore
e direttore di Lavoro e Salute
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